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Fabbisogni nutrizionali della mamma in allattamento « dott. Mario Pacella

Fabbisogni nutrizionali della mamma in allattamento

Fabbisogni nutrizionali della mamma in allattamento

Il  ruolo fondamenta­le svolto dalla nutrizione materna permette  un allattamento al seno esclusivo e prolunga­to. In que­sta fase la donna pre­senta un aumento delle richieste e dei fabbisogni. L’adeguato stato nutrizionale ma­terno è probabilmente uno degli obiettivi più importanti da ottenere, visto che risulta essere uno dei fat­tori fondamentali nella crescita del bambino

 

II latte materno non solo costituisce l’alimento ideale del neonato e la fonte principale di nutrimento nei primi mesi di vita, ma numerosi stu­di ne hanno dimostrato i molteplici effetti benefici a breve e a lungo termine, sia per la salute del bam­bino sia della madre. Tra le conseguenze positive per il piccolo è stata dimostrata la ridu­zione del rischio di sviluppare ma­lattie infettive e di altra natura, la mi­nore incidenza di sovrappeso e di obesità in età infantile e adolescen­ziale, gli effetti benefici nel ridurre il rischio di insorgenza delle malat­tie croniche (celiachia, malattie in­fiammatorie croniche, diabete tipo 1 e 2, patologie allergiche e tumori dell’infanzia) e nel migliorare lo svi­luppo cognitivo.Tra i benefici materni dell’allattamento al seno alcuni interessano l’organismo stesso per azione dell’ossitocina sull’utero (espulsione della placenta, riduzione dell’e­morragia post-partum e rapida in­voluzione uterina), altri sono ine­renti alla sfera psicologica, per au­mento dell’autostima, ed emozio­nale, per rafforzamento del legame tra madre e neonato. Inoltre, il latte materno rappresenta l’alimento ideale per la sua specificità, la sua disponibilità e la sicurezza dal punto di vista microbiologico. È quindi fondamentale che l’inco­raggiamento ad allattare inizi fin dai primi mesi di gravidanza e che la dieta della madre, fin da allora, sia adeguata al fi­ne di favorire la galattogenesi e di soddisfare le richieste nutrizionali del neonato. L’ allattamento esclu­sivo al seno si definisce ottimale quando il bimbo cresce bene e gli indici nutrizionali della madre si mantengono entro i limiti di norma. Il fabbisogno nutrizionale durante la lattazione è considerevolmente maggiore di quello richiesto duran­te la gravidanza. Fondamentale che buone riserve di proteine e di lipidi vengano accu­mulate durante la gravidanza per garantire una ottimale produzione di latte, che in genere non si rag­giunge quando le raccomandazioni nutrizionali vengono intraprese sol­tanto nel periodo postpartum. Le linee guida suggeriscono per la donna che allatta una dieta varia, bilanciata e adeguata a coprire le necessità energetiche della madre e del neonato. Sono raccomandati diversi gruppi di alimenti: cereali, frutta, verdura, latticini e alimenti proteici (legumi e carni). È anche fondamentale assicurare un ade­guato stato di idratazione per otti­mizzare la produzione quantitativa di latte (vedi tabella). Durante i primi sei mesi di lattazio­ne è necessario un introito energe­tico addizionale rispetto alle assun­zioni prima della gravidanza di cir­ca 330 kcal al giorno , calcolato in base alla stima della spesa energetica per la produzione di latte (pari a 500 kcal al giorno) e alla quota di energia fornita dalle riserve nutrizionali dell’ organismo accumulate durante la gravidanza (circa 170 kcal al giorno) .

Nel secondo trimestre, durante il quale la produzione di latte passa da 780 a 600 ml al giorno, il fabbi­sogno energetico nutrizionale si ri­duce a sole 400 kcal. Infatti l’ener­gia necessaria per produrre un litro di latte è di circa 700 kcal. Un ap­porto energetico insufficiente in corso di allattamento si ripercuote negativamente sul quantitativo di latte prodotto. Durante l’allattamento, così come in gravidanza, si consigliano pasti quantitativamente piccoli e fre­quenti, in grado di includere il mag­gior numero di alimenti apparte­nenti a categorie alimentari diver­se: per incrementare la produzione di latte è importante un’adeguata combinazione di più alimenti. Per le donne sottopeso o con difficoltà nella adeguata assunzione delle quantità energetiche raccomanda­te, sono consigliati cibi arricchiti o supplementi dietetici, soprattutto per migliorare l’apporto di calcio.

La composizione della dieta mater­na condiziona il sapore e il colore del latte prodotto e la funzione di­gestiva del neonato. Alcuni alimenti e spezie (carciofo, cipolla, aspara­gi, rapa, porro, aglio, pepe e legu­mi) possono alterare il sapore del latte. L’eliminazione dalla dieta di alcuni alimenti deve basarsi sulle reazioni del bambino dopo l’assun­zione, in quanto le risposte sono molto variabili e possono persino non essere presenti, se non talvolta addirittura positive. Nel caso in cui il bambino abbia una storia familiare di allergie, è prudente per la mamma evitare ci­bi potenzialmente allergizzanti, co­me frutti tropicali, cioccolato, (pe­sce, latte vaccino e uova, con moderazione) , soprattut­to nei primi mesi di allattamento. Si consiglia inoltre di evitare l’assun­zione di alcol e tabacco, nonché di limitare quella di alcuni farmaci e prodotti contenenti caffeina.

 

Lo stato nutrizionale della madre influenza la concentrazione dei lipidi, quindi il contenuto di energia del latte ma­terno, così come la sua composi­zione in acidi grassi e le proprietà immunologiche. Durante la lattazio­ne l’equilibrio degli acidi grassi materni è alquanto delicato e deri­va dalla capacità dell’organismo

materno di rimuovere le riserve corporee e di sintetizzare lipidi a li­vello endogeno. La supplementazione materna con acidi grassi polinsaturi provoca un incremento dose-dipendente della concentrazione di questo acido grasso, sia nel plasma materno sia nel latte, senza tuttavia effetti funzio­nali benefici chiaramente dimostra­ti sulla madre né sul bimbo allattato. Tuttavia, la prosecuzione dell’as­sunzione degli acidi grassi da parte di donne che già lo assumevano in gravidan­za è stata associata ad un migliora­mento della prestazione neurointel­lettiva dei bambini allattati al seno a distanza di quattro anni.

 

La supplementazione di vitamina D alle madri che allattano incrementa il passaggio della stessa nei bambini allattati al seno. Tuttavia, i dati riguardanti questo ti­po di supplementazione durante la lattazione sono ancora scarsi. La dose appropriata di vitamina D non è infatti nota, pertanto è stata definita arbitrariamente pari a 400 UI al giorno, quantità che appare adeguata al raggiungimento dello scopo suddetto. La supplementazione materna con vitamina D, inoltre, è risultata utile per incrementare il contenuto di vi­tamina D del latte materno.

 

Durante l’allattamento au­menta notevolmente la richiesta di macro e micronutrienti, in partico­lare di calcio necessario per la cre­scita dello scheletro fetale e la pro­duzione di latte. Le perdite di calcio in questa fase sono maggiori ri­spetto a quelle che si realizzano durante la gravidanza. Le donne che allattano garantiscono ai loro bambini un quantitativo medio di calcio pari a circa 200-250 mg al giorno, talvolta anche 400 mg/die. La supplementazione dietetica di calcio nella donna durante l’allatta­mento è, pertanto, necessaria per contrastare una rapida riduzione dei livelli plasmatici di calcio, ben­ché anche complessi meccanismi endocrini partecipino al riassesta­mento e al mantenimento dell’equi­librio metabolico del calcio e al re­cupero delle quote perse al termi­ne dell’allattamento.

 

Durante l’allattamen­to anche le fisiologiche richieste materne di zinco appaiono incre­mentate, sia per l’importanza di ta­le elemento nella produzione di lat­te, sia per la funzionalità del sistema immune e per la crescita e la replicazione cellulare.

 

Il deficit di vitamina K rimane un pro­blema importante nei neonati. Infat­ti la vitamina K attraversa la mem­brana placentare in piccole quan­tità ed è presente soltanto in concentrazioni molto basse nel latte materno, nonostante le mamme riescano facilmente ad assumere la quantità dietetica giornaliera rac­comandata (1 ng/kg al giorno). Per questo alla nascita è consigliata la profilassi per via orale o intramu­scolare e rimane importante anche nell’allattato al seno.

 

Gruppi di alimenti

 

adulta

 

Donna in \ gravidanza

 

Donna in allattamento

 

 Fonti principali

 

Nutrienti principali

 

Pane e cereali

 

3-6

 

4-5

 

4-5

 

Pane, pasta, riso, legumi, cereali, palaie, ecc.

 

Carboidrati (complessi), vitamine (gruppo B)  e fibre

 

Vegetali

 

2-3

 

2-4

 

2-4

 

Ampia varietà basata sulla disponibilità stagionale Include insalata ogni giorno

 

Vitamine, minerali, acqua e fibre

 

Frutta

 

2-3

 

2-3

 

2-3

 

Ampia varietà basata sulla disponibilità stagionale

 

Vitamine, minerali, acqua e fibre

 

Latticini

 

2-4

 

3-4

 

4-5

 

Latte, prodotti di latte fermentati e formaggio (preferiti prodotti a basso contenuto di grassi)

 

Proteine, lipidi e calcio

 

Alimenti proteici

 

L1/2-2’/2

 

2 1/2

 

2   1/2

 

 Carne, pollame, pesce, uova i Legumi, nocciole e cereali

 

Proteine (di valore biologico variabile) Lipidi (di origine vegetale o animale) Vitamina Bi2, ferro e fibre

 

Grassi aggiunti

 

3-5

 

4

 

4

 

 Preferibilmente olive e olio di semi

 

Lipidi, vitamina E

 

Acqua

 

>2

 

4-6

 

6-8 bicchieri

 

Acqua di rubinetto o in bottiglia, tè alle erbe Ie bevande non alcoliche a basso contenuto di zucchero

 

Acqua