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Ossuriasi « dott. Mario Pacella

Ossuriasi

L’Ossuriasi o Enterobiasi è determinata da un verme nematode, l’Enterobius vermicularis, più comunemente denominato ossiuro.È un’elmintiasi diffusa nelle zone fredde e temperate ad alto livello igienico pur essendo possibile anche ai tropici. La sua diffusione, che raggiunge il miliardo di casi, è facilitata nelle zone temperate dal vivere in ambienti affollati, presentando quindi la massima incidenza in comunità infantili. L’ossuriasi è diffusa in tutto il mondo.

Il maschio è lungo 2-5 cm, la femmina 9-12 mm. L’infestazione avviene in seguito all’ingestione di uova del parassita, che contaminano l’ambiente (terra, mari, pannolini e indumenti intimi) e possono essere presenti nel cibo, nella polvere, sui vestiti, e soprattutto sulla punta delle dita. Le uova ingerite si schiudono nel duodeno e le larve migrano poi all’intestino cieco, ove si sviluppano sino allo stadio di verme adulto.La femmina, quando è gravida, abbandona la mucosa del cieco cui è generalmente adesa e migra, durante la notte, verso l’apertura anale, dove depone le uova accumulate nei propri uteri in numero molto elevato, e poi muore. Qui determina prurito e quindi grattamento. La grande diffusione di questa parassitosi  rispecchia l’estrema facilità della trasmissione: le uova, possedendo uno strato esterno albuminoideo, sono abbastanza resistenti all’ambiente esterno, si agglomerano facilmente e dalla zona perianale sono trasportate e aderiscono a tutto ciò con cui vengono a contatto.Le modalità di trasmissione si attua, quindi, per trasporto delle uova dalla zona perianale alla bocca (frequente soprattutto nei bambini che si grattano per il prurito anale, responsabile delle frequenti autoinfestazioni), contaminazione con le uova di cibo, biancheria, oggetti. Le uova possono essere trasportate con la polvere e quindi contaminare gli ambiente.

I sintomi principali dell’ossuriasisono costituiti da prurito anale, che di solito costituisce l’unica manifestazione della malattia è prevalentemente notturno, molto intenso, ed è determinato dalla migrazione delle femmine gravide che si portano in corrispondenza dell’ano e ne mordono la mucosa per deporvi le uova. Altri eventuali sintomi possono essere irritabilità, perdita dell’appetito , insonnia, pallore e sporadici attacchi appendicolari.

la diagnosi si basa sul reperto di uova del parassita, che si ritrovano non tanto nelle feci quanto piuttosto sulla cute perianale. La diagnosi si differenzia dalle altre elmintiasi intestinali: infatti, la ricerca delle uova nelle feci evidenzia solo il 5% delle infestazioni.Le uova devono essere ricercate nella regione perianale mediante lo scotch-test: al mattino, prima che il paziente si sia lavato, un pezzo di scotch trasparente viene fatto aderire nella zona perianale per qualche secondo e poi fatto aderire a un vetrino portaoggetti e osservato al microscopio. I vetrini vanno preparati per 3-4 mattine consecutive prima di escludere un’infestazione con una discreta probabilità.

La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci antielmintici e sull’adozione di misure di igiene personale. Il trattamento va esteso a tutti i membri infestati di una famiglia o di una collettività. La profilassi è estremamente difficile, data la facilità di diffusione e consiste nell’adozione di igiene personale e collettiva scrupolosa e nel trattamento terapeutico di tutti i componenti del nucleo familiare cui appartiene il soggetto infestato con vermifughi da somministrare in un’unica dose.Il piccolo, infestato dagli ossiuri, non dovrà dormire nello stesso letto dei genitori, né dei fratelli, perché le uova dei parassiti, emesse di notte, passano con facilità da una persona all’altra  inoltre la biancheria dovrà essere non solo conservata e lavata separatamente, ma anche assolutamente personale. Estremamente necessaria è anche un’accurata pulizia delle mani, delle unghie e della regione anale del bambino, completata dall’aspersione locale di polveri antirritative per placare il fastidioso prurito provocato dai parassiti.