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Test di Boel « dott. Mario Pacella

Test di Boel

Il BOEL test si svolge all’età di 7 – 8 mesi. Il bambino è in braccio alla mamma e il pediatra si siede di fronte, con calma e sorridente, per non spaventare il bambino.

Attrae la sua attenzione con un qualsiasi  oggetto che possa interessare il piccolo: solo a questo punto, quando il bambino è concentrato sull’oggetto distraente, muove lentamente le mani sui lati e inizia il test  con un audiometro pediatrico (piccolo dispositivo con due toni, alto e basso), provocando un rumore improvviso ed inatteso ad una frequenza ben determinata. Il bambino si gira verso il rumore, ed è così dimostrato che a quella frequenza ci sente bene. A questo punto viene di nuovo distratto e si ricomincia, fino a testare entrambe le orecchie per tutte e due i toni dell’audiometro , sia le  frequenze alte che per quelle basse.

Naturalmente occorrono una serie di accorgimenti: bisogna che ci sia silenzio, che il bambino non sia spaventato, che le mani dell’operatore siano messe in modo che il bimbo non le veda.

Con il BOEL, che è solo uno dei test cosiddetti “da distrazione” si valutano anche alcuni aspetti riguardanti la vista, presenza o meno di strabismo, il quadro neuro-motorio, posizione seduta, movimenti spontanei, prensione, Inoltre altri aspetti psico-relazionali   come la paura dell’estraneo, la curiosità, risposta allo stress, e cognitive  come capacità di manipolazione, esplorazione. Va sottolineato che le informazioni suddette possono ovviamente essere ottenute dal pediatra anche in altre visite, o nella stessa visita in altri momenti: ciò non toglie che tutte queste possibilità, ed altre ancora, fanno sì che questo test puo’ essere considerato non solo come un test per l’udito, ma uno strumento utile a più livelli.

Naturalmente il bambino dimostra di sentire anche molto tempo prima dei 7-8 mesi: dalla nascita si gira ad  un forte rumore o  suono come una voce umana, si calma con la voce dei genitori o di chi lo accudisce. Ma questo segno e’ piu’ chiaro verso quest’eta’.

Il test è stato ideato per lo screening di ogni tipo di diminuzione dell’udito (ipoacusia). Quello che interessa di più è l’ipoacusia congenita, che se è grave isola il bambino e non gli fa percepire i suoni: così il bimbo non imparerà neppure a parlare a meno che non venga riconosciuta e trattata subito la situazione che è alla base .

I bambini che non rispondono bene al test sono generalmente affetti da un banale raffreddore che ha provocato un accumulo di muco all’interno dell’orecchio (otite media catarrale), oppure il test e’ stato eseguito in un momento di distrazione oppure  non nelle condizione ottimali.

Normalmente viene ripetuto dopo qualche giorno e nel caso di un nuovo test fallito , si  decide di eseguire test strumentali come Emissioni Otoacustiche e Potenziali Evocati per diagnosticare la causa dell’ipoacusia.