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La Sindrome di Munchausen per procura « dott. Mario Pacella

La Sindrome di Munchausen per procura

All’interno delle varie tipologie di comportamenti strani che rasentano la psicosi , un posto particolare è occupato dalla sindrome di Munchausen per procura (MSP). Il nome di questa sindrome deriva da un personaggio effettivamente esistito, per l’appunto il barone di Munchausen, che visse in Germania nel XIX sec. Questo nobiluomo, che a un certo punto della sua vita si ritirò nella tenuta di famiglia dalle parti di Hannover, era noto per i suoi racconti estremamente fantasiosi e avvincenti, ma soprattutto umoristici.

La Sindrome di Munchausen indica il comportamento di quegli adulti che hanno undisturbo creato artificialmente, una finta malattia che li porta a richiedere costantemente e pervicacemente l´intervento medico per proprie sindromi che sono inesistenti. La variante che qui interessa, che è per l´appunto la Sindrome di Munchausen per procura, riguarda chiunque induca in modo costante dei sintomi su un´altra persona, in modo che questa venga considerata malata.

La definizione nella sua accezione più generale è diretta a generiche vittime, che possono anche essere adulti o anziani. Ma si tende a usarla essenzialmente quando le vittime siano bambini. I criteri in base ai quali si considera presente la sindrome di Munchausen sono fondamentalmente 4

:1.malattia di un bambino causata da un genitore o da qualcuno che è in loco parentis

2.il bambino viene sottoposto a visite mediche prolungate e a trattamenti complessi

3.colui che danneggia il bambino nega di conoscere la causa della malattia

4.i sintomi acuti e i segni della malattia cessano quando il bambino viene allontanato

da chi la causa.

Tramite invio di questionari mensili a ogni singolo pediatra di Regno Unito e Irlanda, con cui veniva richiesta una approfondita relazione su casi sospetti che avessero dovuto affrontare nel mese precedente, è stato possibile giungere a una rilevazione statistica dei casi di Sindrome di Munchausen per procura su 300 casi studiati,il 5% di essi aveva come protagonista il padre, il 5% un soggetto che si trovava in condizione di loco parentis, quindi la baby sitter o un’infermiera, e il 90% di essi aveva come protagonista la madre della vittima.

Cerchiamo ora di identificare alcune delle caratteristiche della sindrome di Munchausen per procura, sindrome che, in base ad alcune stime, conduce alla morte circa il 10% delle vittime.

La differenza caratterizzante di questa specifica tipologia di morte è la non istantaneità: nel caso della sindrome di Munchausen per procura si parla di un comportamento prolungato nei mesi, talvolta negli anni, di queste madri nei confronti dei figli.

Le modalità con cui si manifesta la sindrome di Munchausen per procura sono le più varie. Può essere attivata un´opera di suggestione per convincere il bambino di essere malato, o possono essere prodotti sintomi somministrando sostanze nocive. Si può attuare la simulazione di una malattia inesistente, o la sua induzione volontaria. A questo proposito va osservata l´estrema varietà dei comportamenti, che vanno dall’ omissione di cure(quando un bambino soffre di determinate patologie croniche,asma o allergie) alla somministrazione di sale, droghe o altre sostanze nocive, al soffocamento, arrivando addiritturaall’iniezione di feci, urina, saliva, e in particolare veleno di vari tipi. Talvolta il comportamento della madre evidenzia un attacco al marito che è un padre emotivamente distante o fisicamente assente,la crisi matrimoniale dà alla madre la giustificazione di vendicarsi dell’uomo che ha accanto e con il quale ha avuto un figlio proprio attaccando il bambino. E´capitato che alcune madri hanno salvato il proprio figlio con la rianimazione cardiorespiratoria per cui sono diventate delle eroine. Sono affettuose e molto sensibili ai bisogni del bambino, i medici le apprezzano perché riferiscono correttamente la sintomatologia, quando in realtà è vero l´esatto opposto.

Una signora inglese affetta da MSP che il Dott. A. R. Nicol ha curato con la psicoterapia affermava: “mi piaceva sentire la compassione degli altri, mia figlia doveva stare male perché io potessi sentirmi importante. In ospedale ero qualcuno.” E ancora: “erano persone intelligenti (riferendosi ai medici), mi piaceva essere presa in considerazione da loro.”

Lo psichiatra M. Lesnik-Oberstein della Free University di Amsterdam ha studiato uncaso di MSP in cui una madre, infermiera, ha inflitto lesioni vaginali e rettali alla figlia di 3 anni. Traendo spunto da questo episodio, concluse: “l’infanzia di una madre affetta da MSP è caratterizzata da gravi privazioni affettive…il bambino viene ricoverato affinché la madre possa soddisfare indirettamente i suoi bisogni affettivi , peraltro appagati maggiormente con il coinvolgimento nel trattamento pediatrico. Le conseguenze dolorose e pericolose per il bambino del comportamento materno sono affrontate con il diniego.” La domanda che dovrebbe sorgere spontanea a questo punto è quale possa essere in questo contesto il ruolo dell’altro genitore, quando ci sia, e come mai possono verificarsi questi tipi di comportamento nonostante l’altrui presenza. La tipologia di cui stiamo parlando si manifesta, infatti, indipendentemente dalla presenza o meno di un partner convivente, e non è agevolata o ostacolata da questo fattore. Ed è quindi nella dinamica interna della coppia che va osservato il fenomeno. Normalmente, in queste coppie il padre è l’elemento passivoe, normalmente, la madre appare come la persona che decide all’interno della coppia e della famiglia. In molti casi la differenza tra i due coniugi è anche evidente sia a livello intellettivo, sia anche a livello culturale e sociale, e questo squilibrio è a favore della donna.Generalmente la madre è abbastanza colta e in grado di esprimersi con proprietà dilinguaggio. Spesso ha avuto una formazione medica o infermieristica senza necessariamente essere diplomata o laureata. E´ affascinata dalla medicina e segue con interesse i programmi medici in tv leggendo riviste e dizionari di medicina. Si trova a suo agio nell’ambiente ospedaliero collaborando anche con il personale sanitario e nessuno dubita di lei quando espone la sintomatologia. La diagnosi spesso arriva di sorpresa perché la madre viene ritenuta un esempio di genitore amorevole. Nella madre gli aspetti patologici sono le reazioni paranoidi, la convinzione maniacale che il figlio sia davvero malato e la personalità sociopatica (un disturbo del carattere in cui un modo di fare affascinante e subdolo permette di sfruttare gli altri violando le norme sociali e legali, senza provare alcun senso di colpa o rimorso). Un comportamento sociopatico, ad esempio, è quello della madre che falsifica la lettera di un medico per dimostrare ad un altro sanitario che il figlio è malato oppure interrompe la cura di antibiotici per endovena del figlio oppure gli preleva il sangue per farglielo bere (in modo che i test di laboratorio suggeriscano un´emorragia interna). La difficoltà ad inserire questi tipi di comportamento entro canoni psicologici o profili sociali definiti. Chi soffre della sindrome di Munchausen per procura può appartenere a qualsiasi strato sociale, né esiste un profilo psicologico specifico. Sono però state individuate alcune caratteristiche che spesso ricorrono in presenza di questa sindrome e che individuano alcuni tratti distintivi. Per esempio, nel caso delle madri – non dimentichiamo che protagoniste della sindrome di Munchausen per procura possono essere anche infermiere o baby sitter – questi comportamenti si verificano in presenza di matrimoni che durano da parecchi anni, e apparentemente sono stabili, anche se capita di frequente che questo tipo di stabilità derivi da un comportamento tranquillo dei mariti, tranquillo ma passivo e privo di sostanziale supporto nei confronti della moglie. Una caratteristica più peculiare delle donne che vengono coinvolte da questa sindrome consiste nel fatto che esse spesso sono coinvolte in attività lavorative di tipo ospedaliero o di assistenza in generale, e manifestano di frequente un forte interesse nel trovarsi immerse nei drammi quotidiani che la vita di qualsiasi ospedale presenta.

Tratto da

– Dr.ssa Michieletto D. “Madri pericolose e figli in ostaggio: la sindrome di

Munchausen per procura”, Presentato al III Convegno di Criminologia Forense”

I crimini in famiglia. Delitti Sessuali e Delitti di Sangue”, Fondazione Ettore

Majorana e Centro di Cultura Scientifica, Erice (TP)

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