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Nuova terapia per il “Fegato grasso” dei bambini « dott. Mario Pacella

Nuova terapia per il “Fegato grasso” dei bambini

La malattia del fegato grasso, porta all’accumulo di collagene nelle cellule del fegato, ed è molto diffusa nei paesi industrializzati dove la grande disponibilità di cibo, e in particolare di cibo elaborato e calorico, uniti ad altri stili di vita poco sani, favoriscono sovrappeso e obesità, che sono fattori di rischio per lo sviluppo di questa patologia. Ed è sorprendente, oltre che preoccupante, scoprire che nel nostro paese il 15% dei bambini (l’80% negli obesi) è affetto da questa malattia detta anche steatosi epatica non alcolica (Nafld). Sono bimbi che, oltre a presentare scompensi metabolici già in giovane età, rischiano di sviluppare la forma più grave della steatoepatite non alcolica pediatrica (Nash) che, con la crescita e senza alcun tipo di intervento, può aggravarsi fino a diventare cirrosi epatica e sviluppare altre patologie come diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, malattie cardiovascolari.

Ora però i medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, hanno trovato una terapia che ha bloccato l’aggravamento della patologia e portato a significativi miglioramenti dei parametri metabolici in 43 bambini. http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0168216.

L’evidenza da cui è partito questo nuovo studio è che oltre la metà dei bambini con fegato grasso presenta anche carenze di vitamina D. E uno studio precedente, sempre del Bambino Gesù, aveva dimostrato che questa correlazione è un indicatore di maggiore gravità della fibrosi. Così i ricercatori hanno messo a punto una terapia che prevede la somministrazione di acido docosaesaenoico (DHA) e vitamina D per 6 mesi. E i risultati, su 43 piccoli pazienti, sono stati buoni sia sui sintomi che sulle cause del peggioramento della malattia. La chiave è la vitamina D. Infatti, oltre ai miglioramenti dei parametri metabolici, come la resistenza insulinica periferica, i valori di trigliceridi e le transaminasi, l’azione combinata dei due principi attivi ha bloccato l’attività delle cellule che provocano l’accumulo di collagene nel fegato. Di conseguenza si è risolta la componente fibrotica del fegato che è una delle cause principali dello sviluppo della cirrosi. Se infatti il DHA agisce sull’accumulo di grasso e sull’infiammazione epatica, da solo, senza vitamina D non riesce a contrastare la fibrogenesi, come ha dimostrato lo studio stesso.

 

Fonte “ estratto da Repubblica”

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