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Il Dolore nel bambino: cosa fare? « dott. Mario Pacella

Il Dolore nel bambino: cosa fare?

Le condizioni dolorose acute più frequenti in età pediatrica sono l’otalgia (dolore all’orecchio), la faringodinia (dolore alla gola), l’odontalgia (mal di denti) e i traumatismi.

Importante è riconosce o sospettare la presenza di dolore in un bambino non in grado ancora di esprimersi. I bambini più piccoli ovviamente possono manifestare il dolore soltanto attraverso il pianto. Con l’esperienza i genitori imparano a distinguere il pianto scatenato dal dolore da quello legato ad aspetti comportamentali e relazionali del bambino (pianto capriccioso da frustrazione, crisi di pianto da abbandono o per attirare l’attenzione, ecc.). Se le misure di conforto (ovvero accarezzare, cullare o ninnare il bambino) sono in grado di alleviare la sofferenza del bambino oppure se il bambino continua a giocare o ad attendere alle normali attività, molto probabilmente il dolore era fittizio o comunque di lieve entità. Anche l’atteggiamento o l’aspetto del bambino possono suggerire la presenza e l’entità del dolore (volto accigliato, arto flesso e contratto, posizione del corpo obbligata o preferenziale, sonno agitato, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria).

Alcune situazioni possono inoltre suggerire la causa del dolore. Ad ‘esempio la posizione supina, aumentando il ritorno di sangue verso il capo, acuisce il dolore all’orecchio o il mal di denti. Pertanto un bambino che si sveglia di notte piangendo in maniera inconsolabile o che ricomincia a piangere poco dopo essere stato nuovamente adagiato nel lettino, ha con molta probabilità un’otalgia. Nei lattanti dalla fine del mese fino al 30 mese di vita sono da tenere presenti le coliche addominali che si presentano tipicamente nelle ore pomeridiane e serali e tendono a migliorare con l’emissione di feci e/o gas. Altra importante caratteristica del pianto è l’associazione di questo con particolari funzioni: pianto associato alla suzione o alla deglutizione (mal di gola, otite media, ulcerazioni orali, reflusso gastroesofageo, ecc.), associato alla defecazione (stipsi, ragadi anali, ecc.), alla minzione (infezione delle basse vie urinarie), ecc.

Quando si è sicuri che il pianto sia provocato da una sensazione dolorosa, si può ricorrere al paracetamolo con gli stessi dosaggi indicati per combattere la febbre.  Necessario sapere che i farmaci antidolorifici (ossia paracetamolo e ipobrufene) esplicano la loro azione antipiretica solo quando c’è febbre e pertanto non abbassano la temperatura corporea quando questa è normale. Nel caso in cui il dolore fosse molto forte e il bambino appaia sofferente anche dopo aver assunto il paracetamolo, si può ricorre a formulazioni che associano questo alla codeina (questi farmaci però possono essere forniti dal farmacista solo dietro presentazione di ricetta medica), E’ opportuno ribadire che si può ricorrere ai farmaci analgesici nel caso di dolore all’orecchio, di dolore ai denti, di dolore alla gola o di dolore a seguito di trauma, mentre nel caso di dolori addominali la sedazione di questo può risultare pericolosa in quanto può mascherare o attenuare i segni e i sintomi di condizioni potenzialmente molto pericolose (es. appendiciti, peritoniti, ecc.).

Fonte. Croce Rossa Italiana