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Cute « dott. Mario Pacella

Cute

I rash cutanei sono estremamente frequenti nei neonati, e possono essere fonte di significative preoccupazioni da parte dei genitori. Anche se la maggior parte dei rash neonatali è di natura benigna e transitoria, alcuni di essi necessitano di una valutazione più approfondita.

Nel corso delle prime 4 settimane di vita la cute del neonato può presentare una serie di modificazioni, e qui trattaeremo solo una parte dei più comuni alterazioni , fisiologiche e patologiche della cute.

Fenomeni vascolari transitori

La fisiologia vascolare del neonato è responsabile di due tipi di alterazioni transitorie del colore della cute: la cutis marmorata e la “cute Arlecchino”. Questi fenomeni vascolari transitori sono attribuibili a modificazioni fisiologiche del periodo neonatale, e non rappresentano dei veri e propri rash cutanei.

Cutis marmorata

La cutis marmorata è caratterizzata da chiazzature reticolari della cute che coinvolgono il tronco e gli arti. L’alterazione è causata da una risposta vascolare al freddo, ed in genere si risolve con il riscaldamento della cute. Una tendenza a sviluppare cutis marmorata può persistere per alcune settimane od alcuni mesi dopo la nascita, ed a volte fino alla prima infanzia. Non è indicato alcun trattamento.

Cute Arlecchino
La “cute Arlecchino” si manifesta quando il neonato giace di lato. L’alterazione è caratterizzata da eritema dal lato declive del corpo, e da un simultaneo imbiancamento dal lato controlaterale. L’alterazione del colorito cutaneo si sviluppa improvvisamente e persiste per 30 secondi – 20 minuti. L’alterazione si risolve in seguito ad un aumento dell’attività muscolare, oppure con il pianto. Il fenomeno interessa una percentuale fino al 10% dei neonati a termine. L’alterazione è più comune tra il secondo ed il quinto giorno di vita, e può persistere fino alla terza settimana. Si ritiene che la cute Arlecchino sia attribuibile ad una immaturità dei centri ipotalamici che controllano la dilatazione dei vasi periferici.

Bibliografia essenziale:

1. McLaughlin MR, O’Connor NR, Ham P. Newborn skin: part II. Birthmarks. Am Fam Physician. 2008;77(1):56-60.
2. Mazereeuw-Hautier J, Carel-Caneppele S, Bonafé JL. Cutis marmorata telangiectatica congenita: report of two persistent cases. Pediatr Dermatol. 2002;19(6):506-509.
3. S e l i m o g l u MA, Dilmen U, Karakelleoglu C, Bitlisli H, Tunnessen WW. Picture of the month. Harlequin color change. Arch Pediatr Adolesc Med.

 

 

L’Eritema tossico del neonato

 

L’eritema tossico del neonato rappresenta l’eruzione pu-
stolosa più comune in età neonatale. Le stime di inci-
denza variano tra il 40% ed il 70%.
L’eritema tossico del neonato può essere presente alla
nascita, ma più tipicamente si sviluppa durante il se-
condo o il terzo giorno di vita. Le tipiche lesioni sono
costituite da macule e papule di 2-3 mm di diametro
che evolvono in pustole. Ciascuna pustola è circondata da
un’area di eritema, con sviluppo di una lesione che viene
classicamente descritta come simile aquella derivante da
un morso di pulce. Le lesioni interessano solitamente il volto,
il tronco e la parte prossimale degli arti. I palmi delle mani
e le piante dei piedi sono risparmiate.
Diverse infezioni (ad esempio da herpes simplex, Can-
dida, Staphylococcus) possono presentarsi, in periodo neo-
natale, con rash vescicolo-pustolosiuna ricerca di tali infezioni
va condotta in pazienti che appaiono sofferenti o che presentano
un rash atipico.Nei neonati che appaiono in buone condizioni
generali di salute la diagnosi di eritema tossico è di tipo clinico,
e può essere confermata con l’esame citologico di uno striscio di
materiale ottenuto da una pustola.
L’eziologia dell’eritema tossico del neonato non è nota.
Le lesioni in genere scompaiono nell’arco di 5-7 giorni,
ma possono recidivare per diverse settimane. Non è
necessario alcun trattamento, e l’alterazione non è
associata a patologie sistemiche.

 

Grani di miglio

I “grani di miglio” sono papule giallastre o perlacee di
1-2 mm di diametro, causate dalla ritenzione di chera-
tina a livello dermico. Sono presenti in circa il 50% dei neonati.
I grani di miglio si sviluppano più frequentemente a livello di
fronte,guance, naso e mento, ma possono riguardare anche la
parte superiore del tronco, gli arti, il pene e le membrane
mucose. Le lesioni si risolvono spontaneamente, di so-
lito entro il primo mese di vita,
anche se a volte possono
persistere fino al secondo e al terzo mese.

Miliaria

La “miliaria” è il risultato di una ritenzione di sudore cau-
sata da chiusura parziale delle strutture eccrine della
cute. Anche se si tratta di entità cliniche distinte, sia i
grani di miglio che la miliaria sono il risultato di un’im-

maturità delle strutture cutanee. La miliaria si sviluppa
in una percentuale fino al 40% dei neonati, e compare
in genere durante il primo mese di vita.Esistono di-
versi sottotipi di miliaria, clinicamente distinguibili
tra loro;
le forme più comuni sono la miliaria rubra e la mi-
liaria cristallina.

La miliaria cristallina è causata dall’ostruzione superfi-
ciale di un dotto eccrino. Le lesioni sono costituite da
vescicole di 1-2 mm di diametro, senza eritema circo-
stante, più frequentemente localizzate a livello del capo,
del collo e del tronco . Ciascuna vescicola va
incontro ad evoluzione, con rottura seguita da desqua-
mazione, e può persistere per un periodo compreso tra
alcune ore ed alcuni giorni.

La miliaria rubra, nota anche come sudamina , è at-
tribuibile ad un’ostruzione più profonda dei dotti
delle ghiandole sudoripare. Le lesioni si sviluppano a
livello di aree cutanee solitamente coperte da
indumenti. La miliaria cristallina e la miliaria rubra sono
condizioni benigne.
Per la prevenzione ed il trattamento
di queste alterazioni sono utili misure come evitare l’ec-
cessiva esposizione al calore, evitare di coprire troppo
il neonato, il bagnetto con prodotti a base di avena colloidale.

Bibliografia essenziale:

Paller A, Mancini AJ, Hurwitz S. Hurwitz Clinical Pedia-tric Dermatology: A Textbook of Skin Disorders of Childhood and Adolescence. 3rd ed. Philadelphia, Pa.: Elsevier Saunders, 2006:737.

Feng E, Janniger CK. Miliaria. Cutis. 1995;55(4):213-216.

 

 

 

 

 

Dermatite seborroica

 

La dermatite seborroica è un rash cutaneo estremamente frequente, caratterizzato da eritema e desquamazione untuosa della cute . Molti genitori conoscono la patologia con la definizione di “crosta lattea”, dal momento che l’alterazione interessa più frequentemente il cuoio capelluto. Le altre possibili sedi di interessamento comprendono il volto, le orecchie ed il collo. L’eritema tende a prediligere le pieghe cutanee e aree intertriginose, mentre la desquamazione predomina a livello del cuoio capelluto. La dermatite seborroica si diffonde spesso ad aree cutanee coperte dal pannolino, per cui l’alterazione va compresa nella diagnosi differenziale dei casi di dermatite da pannolino.

La distinzione clinica tra dermatite seborroica e dermatite atopica può essere difficoltosa; a tale proposito possono essere utili fattori come l’età di insorgenza e la presenza o l’assenza di prurito. Anche la psoriasi può avere un aspetto clinico simile a quello della dermatite seborroica, ma è meno frequente.

L’esatta eziologia della dermatite seborroica non è nota. Alcuni studi hanno suggerito un ruolo per il lievito Malessezia furfur (noto in precedenza come Pitysporum ovale). Potrebbero essere coinvolte anche fluttuazioni ormonali; ciò potrebbe rendere conto dello sviluppo più frequente della dermatite seborroica in aree cutanee con elevata densità di ghiandole sebacee.
La dermatite seborroica infantile è solitamente una condizione autolimitante, che si risolve nell’arco di alcune settimane o di alcuni mesi.

In considerazione della natura benigna ed autolimitante della dermatite seborroica del neonato, l’approccio al trattamento deve essere conservativo, e va impostato “step by step”. Il medico deve iniziare rassicurando i genitori, e tenendo il paziente in attenta osservazione. In presenza di preoccupazioni di tipo estetico è possibile rimuovere le squame, dopo aver utilizzato uno shampoo, con uno spazzolino morbido. Per ammorbidire le squame si può somministrare un emolliente, come il petrolato bianco. Un altro intervento efficace prevede l’applicazione durante la notte di olio a livello del cuoio capelluto. Le terapia si basano sul petrolato bianco, su shampoo all’acido salicidico e a zolfo, fino ad arrivare a lozioni o creme a base di corticosteroidi,come l’idrocortisone.

Bibliografia essenziale:

Feng E, Janniger CK. Miliaria. Cutis. 1995;55(4):213-216.
Janniger CK. Infantile seborrheic dermatitis: an approach to cradle cap. Cutis. 1993;51(4):233-235.
Williams ML. Differential diagnosis of seborrheic dermatitis. Pediatr Rev. 1986;7(7):204-211.
Tollesson A, Frithz A, Stenlund K. Malassezia furfur in infantile seborrheic dermatitis. Pediatr Dermatol. 1997;14(6):423- 425.
Mimouni K, Mukamel M, Zeharia A, Mimouni M. Prognosis of infantile seborrheic dermatitis. J Pediatr. 1995;127(5):744-746.