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Vulvovaginite « dott. Mario Pacella

Vulvovaginite

La vulvovaginite è il problema ginecologico più frequente dell’infanzia e dell’adolescenza.

L’infiammazione  vulvovaginale deriva sia dalla mancanza dei cuscinetti adiposi labiali e dei peli pubici che proteggono i genitali esterni, esponendo anche i tessuti dell’anello imenale , sia la vicinanza dell’orifizio anale alla vagina permette il trasferimento di batteri fecali all’area vulvo-vaginale, sia ad abitudini infantili (giocare in terra, esplorare i genitali), che all’uso di pannoloni, biancheria e detergenti irritanti o allergizzanti.

La secrezione vaginale è il sintomo principale. I segni e i sintomi associati possono essere il prurito, la pollachiuria (urinare frequentemente), la disuria (dolore a urinare), l’enuresi (perdita involontaria di urina), l’eritema (arrossamento) vulvare. Nei neonati e nei lattanti l’inappetenza e, tardivamente, la non crescita in termini di peso.

Le più comuni cause di vulvovaginite sono:

1)     la scarsa igiene perineale

2)     l’etiogenesi infettiva da micosi e batteri

3)     quelle  da corpo estraneo

La scarsa igiene perineale, dà una secrezione caratteristica marrone o verde, è estremamente maleodorante, nel 68% dei casi riportati è associata ai batteri coliformi secondari a contaminazione fecale; altri batteri comunemente riscontrati sono lo streptococco beta emolitico e lo staphilococco, trasmessi attraverso le mani dal rinofaringe. Vestiti, prodotti chimici, cosmetici, saponi e detergenti e nelle bambine più grandi, anche capi di vestiario aderenti e pannolini rivestiti di materiale plastico, nei più piccoli.

Su base infettiva, è legata ad agenti infettivi e alla fascia d’età per l’epidemiologia delle infezioni. In bambine di età inferiore ai 3 anni è molto più frequente il riscontro di enterobatteri o di stafilococchi; tra i 4 e i 9 anni prevale la diagnosi di quadri da streptococco b emolitico di gruppo A e B; in presenza di una iniziale estrogenizzazione, insieme alla presenza di flora lattobacillare si verifica la presenza di Candida e, anche, di Gardnerella vaginalis

La possibilità del corpo estraneo dovrebbe essere suggerita dalla presenza di secrezioni maleodoranti e di sanguinamento vaginale.

La vulvite può essere manifestazione locale di dermatite seborroica, di dermatite atopica (allergica), di dermatite da contatto, di psoriasi, di ossiuri che provocano vulvovaginite nel 20% dei casi.

In presenza di una vulvite senza grande coinvolgimento vaginale vanno rivalutate le abitudini igieniche della bambina, va consigliato di evitare i contatti con possibili allergeni ed irritanti (bagni schiuma, mutandine di fibre sintetiche, detersivi ed ammorbidenti per il lavaggio della biancheria) e possono essere indicate solo terapie aspecifiche con soluzioni blandamente disinfettanti, protezione con pomate all’olio di germe di grano o all’ossido di zinco: segue la remissione clinica in circa il 70% dei casi.Le vulvovaginiti ricorrenti vanno trattate con antibiotici o antimicotici sistemici dopo aver individuato l’agente responsabile mediante tampone vulvare o vulvovaginale o tramite urinocoltura.