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Novità terapeutiche sulla Fibrosi Cistica « dott. Mario Pacella

Novità terapeutiche sulla Fibrosi Cistica

I pazienti con la fibrosi cistica presentano una proteina anomala a livello dei canali del cloro presenti nelle cellule polmonari e questo, attraverso una serie di meccanismi, può favorire gravi infezioni polmonari. I nostri dati suggeriscono la capacità della nuova molecola di migliorare la funzionalità della proteina difettosa, consentendo ai canali del cloro di aprirsi e chiudersi in modo corretto”, commenta Steven M. Rowe, coordinatore della ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine.Già autrice di altri studi sull’argomento (2).

Un farmaco, il farmaco VX-770, capace di potenziare l’azione del canale del cloro difettoso a causa della mutazione G551D, è stato studiato  in quasi 10 anni con un  percorso di studi assai promettenti e siamo ora arrivati alle conclusioni di uno studio di fase III, quello più importante, con risultati molto stimolanti. Ricordiamo che la mutazione G551D è una mutazione di classe III: essa compromette la funzione di trasporto del cloro da parte della proteina canale che è arrivata matura alla membrana apicale delle cellule epiteliali ma è difettosa nella funzione: non consente cioè una regolare apertura del canale, impedendo così il passaggio di cloro (e di altri ioni) alla superficie esterna degli epiteli. A livello degli epiteli bronchiali questo comporta di conseguenza un difetto di afflusso di acqua e quindi disidratazione delle secrezioni bronchiali e compromissione dell’attività di detersione delle vie aeree e di difesa contro le infezioni.

 

Lo studio sopraccitato è stato condotto su 161 pazienti FC di oltre 12 anni, con almeno una mutazione G551D, che hanno ricevuto almeno una dose quotidiana per bocca di VX-770 o di placebo (è uno studio randomizzato e controllato contro placebo) per 24 settimane e seguiti per altre 24 settimane dopo la fine del ciclo di trattamento. Ancora non conosciamo i risultati in dettaglio dello studio (anche se in parte già anticipati nel recente congresso CF di Baltimora) ma la CF Foundation americana ci informa sulle principali conclusioni dello studio, comunicate anche alla stampa americana: alla fine delle 24 settimane di terapia i pazienti trattati con farmaco guadagnano in media 10,6 punti in percentuale nella funzione respiratoria espressa dal parametro FEV1 (differenza significativa rispetto al placebo); hanno minori esacerbazioni respiratorie, con riduzione dei sintomi respiratori; guadagnano peso. Questo è anche il primo farmaco che normalizza in media i valori del test del sudore, a dimostrazione che esso agisce veramente sul difetto di base della malattia. Questi risultati verrebbero, almeno in parte, mantenuti anche nelle 24 settimane che hanno fatto seguito alla sospensione del trattamento.

Ricordiamo che la mutazione G551D è presente nel 4% dei pazienti FC del Nordamerica e nei paesi anglosassoni in genere: in Italia è invece più rara. Sappiamo che vi sono ricerche in corso per studiare l’eventuale efficacia di questo farmaco anche in soggetti portatori di altre mutazioni, compresa la comune DF508, ma tali ricerche sono ancora in fase del tutto iniziale: c’è comunque speranza che VX-770 possa rappresentare, magari in combinazione con altri farmaci, una chance anche per molti altri pazienti.

 

La CF Foundation ci comunica che è la compagnia americana, la Vertex Pharmaceuticals, che ha prodotto e studiato il farmaco (con il contributo finanziario della Fondazione di circa 75 milioni di dollari) . La compagnia Vertex informa anche in una nota di agenzia che i costi per la realizzazione di questo farmaco sono stati enormi e che, dato il numero limitato di persone che lo potranno utilizzare, esso avrà un prezzo di decine di migliaia di dollari per anno per paziente (1).

 

 

 

  1. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23440202
  2. http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1105185

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